giovedì 23 gennaio 2014

Primi giorni a Aix!

In diretta dalla Francia! Incredibile come passa il tempo (ora sembrerò una vecchietta ma devo dirlo): sembra ieri che sono tornata dalla Germania, con mia mamma che mi diceva "ora inizia a pensare all'erasmus mi raccomando, non ridurti all'ultimo momento" e io che rispondevo "ma dai, non mi stressare già da adesso, c'è tempo"...e invece eccomi qua, nella mia stanzetta alla residenza universitaria di Cuques, ad Aix-en-Provence! In effetti mi sono ridotta all'ultimo momento: il mio fidanzato è ripartito per gli USA domenica scorsa, l'ho portato all'aeroporto con mia mamma alle 5 di mattina, sono tornata a casa e ho dormito un po', poi pranzo con le mie amiche, e solo al mio ritorno,cioè le 5 di pomeriggio del 19 gennaio (e partivo il 20 alle 9 di mattina) ho iniziato a preparare le valigie...ma ce l'ho fatta!

Beh, che dire...Dopo un volo terrificante nella nebbia e nelle nubi in cui avevo talmente tanto panico che la hostess mi ha fatta sedere nel retro con lei (come ho già detto ho il terrore dell'aereo e non mi vergogno ad ammetterlo, tanto lo prendo lo stesso), sono atterrata a Marsiglia. Un autobus e un taxi dopo ero ad Aix, nella mia nuova "casa".

Il mio primo pensiero è stato "voglio tornare a casa", seguito da un quasi pianto, ma siccome sono troppo orgogliosa per piangere (non importa se non c'era nessuno attorno a me), mi sono insultata da sola dandomi della pappamolle e ho proseguito con la mia avventura. A distanza di qualche giorno il mio pensiero è sempre lo stesso, ma cerco di essere positiva. Come mai, direte... Aix è una bellissima città, sono in erasmus, un nuovo viaggio, eccetera eccetera. Beh, a questa spiegazione fornirò un esempio forse un po' delirante, ma sicuramente esaustivo.

Immaginate di vivere in un'enorme villa (o attico, se vi piacciono i piani alti) in un bellissimo quartiere della vostra città preferita. Avete una casa di 200 metri quadrati, con parquet e pavimenti in marmo, divano angolare e televisore 3D nel salotto, cucina moderna super accessoriata, bagno con vasca idromassaggio, camera da letto con cabina armadio e materasso king size con lenzuola di seta, piscina, garage, vista perfetta. Poi per qualche imprevisto (non so, perdete il lavoro, vi pignorano tutto, eccetera) dovete trasferirvi, e siete costretti a vivere in un monolocale, con pareti incrostate, pavimenti vecchi, mobili tristi stile anteguerra, bagno minuscolo con doccia scomoda dotata solo di tendina che vi fa allagare il bagno ogni volta. State al terzo piano senza ascensore, in un quartiere malfamato, e dormite su una brandina.

Ecco, è così che ci si sente a passare da USAC ad ERASMUS. (Non ho vissuto in nessuna delle due situazioni, ma ho dipinto quest'immagine mentale per spiegare questa brutta sensazione). Come dice il mio ragazzo, è come mangiare il dolce prima ancora del pranzo: la parte migliore l'ho già avuta, ed è difficile apprezzare quello che viene dopo.

D'altronde, non avrei potuto fare altrimenti: partire per l'Erasmus al primo semestre avrebbe voluto dire rinunciare all'Usac perché le date si sarebbero sovrapposte a gennaio visto che l'Usac inizia prima della fine dell'Erasmus. Ma di certo se fossi venuta qui senza andare prima in Germania, adesso sarei molto più entusiasta.

Innanzitutto, il mio arrivo non è stato dei migliori. Tra tutti i mezzi di trasporto presi è durato molte ore, è stato faticoso trasportare da sola tutte le valigie, sono arrivata che ero completamente sudata, e in più pioveva pure! La strada per arrivare al dormitorio era tutta in salita e coperta di fango, mi sono sporcata gli stivali che a loro volta hanno sporcato la mia stanza prima che potessi realizzare il danno e togliermeli; inoltre, sono al secondo piano senza ascensore, e trasportare 24 chili su per le scale non è stato di certo un divertimento. Per ricollegarmi all'esempio della casa, con l'Usac avevo una buddy tedesca che mi venne a prendere alla stazione, mi portò nel mio bellissimo appartamento al primo piano di una villa immersa nel verde, e mi aiutò con le valigie. Ma questo è il minimo...
Il fatto è che ora sono al mio quarto giorno qui, e questi primi 4 giorni li ho passati fuori casa dalle 8 alle 12 ore per occuparmi di tutte cose tremendamente noiose. Prima di tutto c'è il fattore "cose da comprare": mentre in Deutschland avevo una casa super accessoriata con tutto ciò che uno studente potesse desiderare, qui ho un materasso e degli scaffali, e stop: sono partita per andare a comprare pentole, piatti, bicchieri, posate, addirittura un piumino (e meno male che le lenzuola le avevo portate da casa). Inoltre i prezzi sono altissimi, quindi per non dover sborsare 200 euro per una coperta sono arrivata al Carrefour che sta a 25 minuti di autobus dal centro. Un viaggio!
Ma la cosa più odiosa sono i documenti! Dopo aver tribolato con scartoffie di vario genere fin dall'anno scorso quando ho mandato la richiesta per questo maledetto programma pensavo che ormai la sofferenza fosse finita...e invece era appena cominciata! Non mi metto nemmeno ad elencare tutto quello che ho dovuto fare sennò vi addormentate tutti (è superfluo dire che con l'Usac di documenti non ne vedi manco uno perché li fanno tutti loro..?), mi limiterò a dire che ho davvero impiegato ore e ore e ore solo per firme, stampe, fotocopie, e-mail, fax, e chi più ne ha più ne metta, anche perché qualora i mille documenti dell'università non fossero abbastanza, non preoccupatevi: ci sono anche tutti quelli per la stanza in affitto (contratto, pagamento, ricevute, assicurazione..)! Una spirale infinita davvero.

Ho iniziato le lezioni e devo dire che questa è l'unica nota positiva finora. Certo, per me che vengo da un'università di 10.000 studenti, passare a questo colosso immenso, fatto di corridoi tutti esattamente identici, è stato un piccolo trauma. Ho girato circa 40 minuti per trovare l'aula, ma ce l'ho fatta entrambe le volte :-D
Le lezioni sono un po' pesanti perché durano 4 ore di fila, ma per fortuna ne ho solo due. Sono, però, corsi che mi piacciono molto: uno è francese antico, e l'altro è letteratura francese per studenti stranieri. Mi sembrano interessanti, e i professori sono più disponibili di quelli italiani, bisogna ammetterlo.

Inoltre venendo qui ho avuto una bella sorpresa: io studio francese da moltissimi anni ormai, ma non avevo mai avuto l'occasione di praticarlo sul posto quindi non ero consapevole delle mie reali capacità, ed ero un po' spaventata su questo fronte. Invece mi sono accorta che non ho alcuna difficoltà con la lingua: capisco tutto quello che mi viene detto, e riesco a farmi capire, mi manca giusto un po' di scioltezza, ma credo che la guadagnerò in 4 mesi. Poi adoro il francese, il modo di parlare che hanno i francesi, il loro accento...è davvero bello! Sicuramente in Germania avevo molte più difficoltà (anche se il tedesco è comunque una lingua stupenda secondo me).

Per il resto, sono un po' frustrata perché non conosco nessuno e mi sento davvero sola. Ho parecchi amici in Italia e ne avevo parecchi in Germania, non sono per niente abituata a stare senza nessuno ed è deprimente! Purtroppo non ho avuto il tempo di fare conoscenze (vedi sopra), e poi mi sembra che sia un po' difficile con l'Erasmus, ognuno segue i suoi corsi, ha i suoi piani di studio, fa la sua vita in poche parole; con l'Usac eravamo tutti insieme, con dei corsi di 8-10 persone per classe apposta per noi, tutti coinquilini a guppi di 3 o 4, un sacco di attività insieme organizzate direttamente dall'Usac...è stato molto più facile, già la sera stessa dal mio arrivo conoscevo 4-5 persone. Qui non è per niente così... Confido nella settimana prossima, quando inizieranno gli eventi erasmus, sennò mi rassegnerò a fare la vita da eremita :-D

E beh, per adesso è tutto, non ho altre disavventure da raccontare, ahaha!
Spero che le cose vadano migliorando: come inizio non è stato un granché, ma non perdo la speranza, penso che per queste cose ci voglia un po' di tempo :-)

Au revoir!


Nessun commento:

Posta un commento